Il comparto agricolo pugliese concorre all’offerta dei prodotti biologici nazionali in maniera consistente. Nel contempo però, esso presenta diverse criticità che ne limitano la produttività potenzialmente elevata. L’obiettivo generale del progetto SOFT (“Innovazioni per miglioramento della produttività sostenibile delle aziende biologiche pugliesi”) è stato quello di fornire un modello di coltivazione efficiente dal punto di vista ambientale e tecnico-economico per la produzione di frumento duro e pomodoro da industria biologici in Capitanata. Tale obiettivo è stato raggiunto attraverso un approccio metodologico che ha previsto tre importanti linee di azione: 1) applicazione delle innovazioni di tipo agronomico e genetico per ottimizzare il modello di rotazione colturale; 2) misura delle prestazioni di sostenibilità ambientale (LCA; Life Cycle Assessment), sociale (SLCA; Social Life Cycle Assessment) ed economica (LCC; Life Cycle Costing) dei sistemi di coltivazione; 3) analisi e strutturazione della rete di imprese biologiche pugliesi attraverso lo sviluppo del modello delle buone pratiche agricole biologiche e la costituzione del distretto biologico produttivo e della ricerca (focus su frumento duro).
Relativamente agli aspetti agronomici, l’obiettivo specifico che ci si è preposti è stato quello di individuare un modello di rotazione colturale in grado di determinare un incremento della salvaguardia della fertilità del suolo attraverso: l’individuazione della giusta successione delle colture in funzione dell’areale di coltivazione, la riduzione della perdita del carbonio organico ed il mantenimento del contenuto idrico del suolo.
Attività sperimentale
L’attività sperimentale è stata condotta in campo in 2 diversi areali della Capitanata: Subappennino Dauno (41°23’58’’N, 15°20’47’’E) e Tavoliere delle Puglie (41°19’80’’N, 15°58’17’’E), caratterizzati da diverse condizioni pedologiche (tabella 1) e climatiche. Infatti, il Tavoliere delle Puglie collocato a 64 m s.l.m., rappresenta un tipico ambiente di pianura particolarmente adatto alla coltivazione, mentre il Subappennino Dauno si trova a 220 m s.l.m. e rappresenta un tipico ambiente collinare. Durante l’annata agraria 2020-2021 sono state impostate prove di rotazione che hanno riguardato il frumento duro (Triticum durum Desf., cvs Cappelli e Nadif) e il pomodoro da industria (Solanum lycopersicum L., cv Taylor) coltivati in regime biologico.
Frumento duro
La prova sul frumento duro ha previsto la valutazione dell’effetto della precessione colturale (frumento, pomodoro, leguminosa) su due diverse varietà (Cappelli e Nadif) in termini di resa, qualità e contenuto di sostanza organica nei suoli. Entrambe le varietà sono state selezionate negli areali di Capitanata e quindi risultano particolarmente adatte alla coltivazione nelle zone interessate dall’attività sperimentale. Cappelli è una varietà antica, costituita nel 1915, ma la sua adozione nei sistemi biologici è ancora prominente nella zona, anche grazie al suo più alto prezzo di mercato. Nadif è di più recentemente costituzione (2016) per cui la sua valutazione nell’ambito di un sistema biologico è stata considerata di interesse. Le pratiche agronomiche eseguire sono state quelle normalmente utilizzate nella zona. In particolare la concimazione, condotta allo stesso modo in entrambi gli ambienti, ha previsto la distribuzione di 50 kg ha-1 di sangue di bue in formulazione granulare (ORGAZOT MICRO MICRO, AGM s.r.l) alla semina e 45 kg ha-1 di sangue di bue in formulazione liquida (EUTROFIT, AGM s.r.l) distribuito in copertura nella fase di foglia bandiera. A maturazione (11% di umidità in entrambi gli ambienti) è stata valutata la resa e la concentrazione proteica mediante uno spettrometro a scansione Infratec 1229 (Foss Tecator, Hillerød, Denmark). Alla fine del ciclo colturale, il contenuto di sostanza organica nel suolo è stato valutato seguendo il metodo Walkley Black.
Pomodoro da industria
La prova sul pomodoro da industria ha previsto la valutazione dell’effetto della precessione colturale (frumento, leguminosa) su resa ed efficienza d’uso dell’acqua (WUE). Il pomodoro è stato trapiantato a file binate con una densità complessiva di 30000 piante/ha. L’irrigazione è stata gestita seguendo i criteri della programmazione irrigua ed avvalendosi di un sistema cloud di supporto alle decisioni Bluleaf™ (Sysman Progetti e Servizi Srl, Roma). Il sistema è stato in grado di raccogliere in tempo reale, grazie a dei sensori wireless (AgriSense™, Netsens, Firenze), i dati relativi alle condizioni climatiche e all’umidità del terreno a profondità di 0,3 e di 0,6 m e di usarli per l’elaborazione dell’evapotraspirazione colturale (ETc) gi ornaliera. Per entrambe le località, il metodo irriguo adottato è stato quello a microportata di erogazione utilizzando ali gocciolanti dotate di gocciolatori con passo di 30 cm e portata di 1,6 l/h poste al centro della ciascuna fila binata. A maturazione, le bacche sono state raccolte ed è stata valutata la resa commerciabile. Infine, è stata calcolata la WUE, come rapporto tra resa ed acqua totale ricevuta dalla pianta (kg/m) (Giuliani et al., 2016).
Risultati
Frumento duro.
Il frumento è notoriamente una coltura autunno-vernina, svolgendo gran parte del suo ciclo durante i mesi invernali. Sorprendentemente l’andamento termo-pluviometrico nelle due zone di coltivazione (Tavoliere delle Puglie e Subappennino Dauno) è stato simile :
Di conseguenza, le uniche differenze che sono emerse hanno riguardato il confronto tra le precessioni colturali studiate e le due varietà.
In particolare, come atteso, i valori più bassi di produzione e di proteine si sono ottenuti quando il frumento è stato coltivato in successione a sé stesso. In successione alla leguminosa la risposta produttiva e qualitativa è aumentata, ma sorprendenti sono stati i dati ottenuti in successione al pomodoro da industria. In questo caso i valori produttivi e di proteine del frumento sono stati particolarmente alti per una gestione in biologico e molto simili a quelli ottenuti nella stessa annata per una coltivazione in convenzionale. A supporto di questo risultato concorrono i dati di sostanza organica del terreno valutati ad inizio e fine ciclo del frumento per le tre diverse precessioni colturali. Infatti, mentre tra inizio e fine ciclo frumento in successione a sé stesso si è osservata una diminuzione del valore di sostanza organica del terreno di circa il 19%, in successione alla leguminosa questa ridu zione si è attestata solo intorno al 6%, mentre in successione al pomodoro addirittura si è riscontrato un incremento della sostanza organica tra inizio e fine ciclo del frumento di circa il 7%.
Infine, relativamente al confronto varietale è emerso chiaramente la migliore performance produttiva della varietà moderna Nadif e la miglior performance qualitativa della varietà più antica, Cappelli.
Pomodoro da industria.
Relativamente al pomodoro da industria ed al suo ciclo primaverile-estivo sono emerse differenze importanti nell’andamento termo-pluviometrico delle due zone oggetto di indagine. In particolare, le condizioni riscontrate nel Tavoliere delle Puglie sono state più critiche rispetto a quelle del Subappennino Dauno sia in termini di temperature massime (costantemente al di spora dei 35 °C dalla seconda decade di giugno in poi) che di precipitazioni (43 mm contro i 134 mm registrati per il Subappennino Dauno)
Anche se la differenza di precipitazioni è stata compensata da un diverso volume stagionale erogato alla coltura (7880 m3 nel Tavoliere delle Puglie rispetto ai 5836 m3 nel Subappennino Dauno) le temperature massime più elevate registrate nel Tavoliere delle Puglie hanno determinato una decurtazione della produzione commerciabile rispetto a quella ottenuta nel Subappennino Dauno.
Altrettanto interessante è il risultato ottenuto per il pomodoro in successione alla leguminosa (Favino, Vicia faba minor, L.) che ha manifestato un incremento della produzione commerciabile di circa il 47% nel Subappennino Dauno e del 24% nel Tavoliere delle Puglie rispetto alla produzione ottenuta in successione al frumento duro. Questa differenza produttiva ottenuta a parità di volumi idrici erogati, ha determinando un incremento dell’efficienza di utilizzo dell’acqua del pomodoro in successione a favino con valori pari a 14,1 kg/m3 (contro i 9.5 kg/m3 ottenuti in successione al frumento duro) nel Subappennino Dauno e pari a 8.2 kg/m3 (contro i 6,6 kg/m3 ottenuti in successione al frumento duro) nel Tavoliere delle Puglie.
Conclusioni
I risultati del progetto hanno messo in evidenza l’importanza di differenziare la rotazione colturale nella gestione biologica in funzione delle colture.
Frumento duro.
Entrambe le varietà utilizzate, Cappelli e Nadif, sono risultate idonee alla coltivazione in biologico nei nostri areali, la prima con una superiorità proteica e la seconda con una superiorità produttiva.
La migliore precessione colturale è risultata essere il pomodoro da industria dopo il quale si sono ottenute produzioni più elevate contenuto proteico alto e aumento della sostanza organica nel terreno
Pomodoro da industria.
I risultati migliori in termini di produzione e di efficienza d’uso dell’acqua si sono ottenuti per il pomodoro da industria in successione alla leguminosa, sia in zone pianeggianti (Tavoliere delle Puglie) che in collina (Subappennino Dauno).
In annate particolarmente siccitose, le aree marginali di collina appaiono maggiormente produttive in confronto ad ambienti di pianura, generalmente considerati più vocati alla coltivazione del pomodoro da industria, anche in regime biologico. Quest’ultimo aspetto acquisisce una certa importanza alla luce dei cambiamenti climatici in atto.
Dott.ssa Federica Carucci e Prof.ssa Marcella Michela Giuliani – Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimenti, Risorse Naturali e Ingegneria (DAFNE) – Università di Foggia
G.O. BIOPUGLIA
VIALE FORTORE N 9/A-71121 FOGGIA (FG)
+39 3473117014
info@distrettosoft.it
PARTNER DEL PROGETTO